Cacao Blu: Mito, Leggenda o una Rivoluzione Copernicana?
Alcune testate giornalistiche lo hanno definito “il cioccolato dei Puffi” e le multinazionali litigano per le privative sullo sfruttamento della scoperta; mentre in rete un gruppo di giovani imprenditori finlandesi ha organizzato un crowdfunding per realizzare una “Alfr Razn”, dal gotico “Casa degli Elfi”, la prima fabbrica di cioccolato con cacao autoctono.
Ma cos’è il cacao blu e perché tutti ne parlano?
Dobbiamo tornare indietro di qualche mese, alla scorsa estate. La nota ricercatrice e botanica Madison J. L. De Laurentis ha organizzato una spedizione per ritrovare la leggendaria terra di Iperborea: noto mito della religione greca. “Una terra lontanissima situata a nord, un paese perfetto, illuminato dal sole splendente per sei mesi all’anno”. Il riferimento alla penisola scandinava era evidente. Grazie allo studio approfondito di alcuni testi, in cui venivano riportate le antiche tradizioni orali, la ricercatrice è stata in grado di delimitare la zona alle intricate foreste della Finlandia. Studiando i delicati equilibri tra flora e fauna di quei luoghi si è imbattuta in una pianta che si è poi rivelata essere una nuova genetica del Theobroma Cacao.
“Non potevo crederci, era scientificamente impossibile, eppure quello che avevo davanti era senza dubbio un albero di cacao carico di cabosse”, ha dichiarato ai giornali locali qualche giorno dopo il ritrovamento.
Come tutti ben sappiamo, caratteristica imprescindibile per la crescita di queste piante è il clima: la temperatura deve oscillare tra i 18 e i 32 °C. Al di sotto dei 18 °C gli alberi soffrono e non fruttificano. Pertanto pensare di scoprire una genetica in grado di sopportare un clima boreale, con massime di 10 °C nel periodo più caldo e temperature invernali ben inferiori allo zero, era impensabile.
A quanto pare la De Laurentis ha davvero scoperto l’Iperborea, una terra fatata in cui crescono gli alberi blu. Come potete vedere dalla foto, a differenza dalle abituali piante di cacao che tutti conosciamo, il fusto e le foglie sono di un colore cupo, più vicino al grigio che al verde, ma sfavillanti sono le cabosse (frutto del cacao) con tonalità che vanno dall’azzurro cielo al blu Puffo. Anche all’interno del frutto la mucillagine (sostanza che ricopre i semi di cacao) è leggermente azzurrognola, mentre i semi variano dal blu cobalto all’indaco.
A quanto sostiene la ricercatrice, subito raggiunta da un’equipe di colleghi per dedicarsi allo studio approfondito delle piante, le proprietà organolettiche non avrebbero nulla da invidiare alle genetiche di cacao già conosciute e apprezzate. Anzi, da alcune prove effettuate sul campo, questi particolari semi possono essere lavorati senza la fase di essiccazione. La pasta ottenuta ha diverse gradazioni di blu e un aroma che ricorda vagamente anice e ambrosia.
Lo studio attuale prevede di proseguire con i test genetici e sul campo per scoprire quale sia il segreto di tali piante in un clima così rigido. Alcuni vociferano di “magia” e “folletti”. Verità o leggenda? La De Laurentis rivela: “È una scoperta sensazionale che stravolgerà il mercato. Riuscite a immaginare un mondo in cui il cacao possa crescere ovunque?”
Al momento questi favolosi semi non sono ancora disponibili al pubblico, ma non vediamo l’ora di poterli assaggiare!